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ComunicazioniPubblicato il 16 settembre 2019

Debito pubblico: motivi e conseguenze

La crisi finanziaria mondiale nonché la crisi dell’euro hanno portato a concentrarsi sempre più sui motivi e sulle conseguenze del debito pubblico. In questo dossier troverete i punti importanti su questo tema.

Con «debito pubblico» si intende il debito di uno Stato in un preciso momento. Vi sono due componenti: il debito interno e il debito estero. Nel caso del debito interno lo Stato prende in prestito denaro dai suoi debitori nella valuta del proprio Paese. Debito estero significa che lo Stato prende in presto denaro in valuta estera. Uno Stato è insolvente quando non è più in grado di pagare i propri debiti esteri. L’onere del debito si calcola con i seguenti indicatori: il deficit di bilancio annuale, l’indebitamento (somma di tutti i deficit di bilancio) e il prodotto interno lordo (PIL).

Dal rapporto tra i debiti di uno Stato e la sua capacità economica risulta la quota del deficit. Tale quota rappresenta il rapporto tra il disavanzo pubblico e il PIL di un determinato anno. La quota di debito si presta per valutare l’indebitamento poiché i debiti di un Paese vengono messi in relazione con la sua capacità economica.

Motivi

Per quale motivo uno Stato si indebita? Uno Stato può indebitarsi quando affronta importanti investimenti o quando è confrontato con una situazione d’emergenza unica e straordinaria (ad es. una catastrofe naturale). Un ulteriore motivo è il mantenimento di un’amministrazione di Stato di proporzioni enormi.

Conseguenze

Fino a un certo punto lo Stato può compensare il disavanzo pubblico aumentando le tasse. Tuttavia se tale misura non risulta efficace e lo Stato non è più in grado di ripagare i propri debiti alle medesime condizioni di quando li ha contratti, ciò può condurre a una bancarotta di Stato. La conseguenza è il calo della crescita del prodotto nazionale ed interessi elevati. La bancarotta aumenta anche il rischio di una crisi bancaria o valutaria. L’insolvenza comporta la perdita di fiducia nei confronti dello Stato e conseguenze dolorose per la popolazione.

Sostegno

Numerosi organi internazionali analizzano i bilanci degli Stati e aiutano i Paesi in difficoltà economiche. Il Fondo monetario internazionale (FMI) sostiene i propri membri mediante crediti. Il Club di Parigi è un gruppo informale composto da 22 membri che sulla base di un parere positivo del Fondo monetario internazionale negozia la conversione dei debiti dei Paesi insolventi. In caso di necessità può essere coinvolto anche il Club di Londra, un’organizzazione composta da banchieri privati e priva di segretariato. Riunisce i Paesi debitori e le banche creditrici allo scopo di convertire i debiti.

Freno all’indebitamento

Nel 2001 la Svizzera è stato il primo Paese ad ancorare nella Costituzione il freno all’indebitamento. Quest’ultimo è lo strumento per gestire le uscite complessive della Confederazione. Lo scopo del freno all’indebitamento è di stabilizzare i debiti. In periodi di alta congiuntura si conseguono delle eccedenze che potranno essere compensate in una seguente fase di recessione. Molti Stati europei, tra cui Germania, Spagna e Belgio, hanno introdotto tale strumento.

 

 

 

 

Bibliografia raccomandata dalla BiG:

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